16. marzo 2020

Coronavirus e clima interno negli edifici Minergie

Update: 24.03.2020

Siccome diversi utenti ci chiedono informazioni su come va gestito in questo periodo un edificio ventilato meccanicamente in relazione al Coronavirus, l’Associazione Minergie informa, in collaborazione con esperti dell’Ufficio federale della sanità pubblica UFSP e la Scuola universitaria professionale di Lucerna, IGE riguardo ai principali fatti inerenti i virus Corona negli edifici.

Abitare e lavorare in edifici Minergie non comporta nessun rischio maggiorato di contrarre il Coronavirus. Con un involucro ermetico all’aria e un ricambio d’aria controllabile, può essere raggiunto un clima interno ottimale, meglio che in edifici ventilati manualmente. Molti edifici Minergie sono muniti di un sistema di ventilazione. Sebbene tali sistemi siano molto diffusi in ambito residenziale in tutta Europa da diversi decenni, attorno al tema della ventilazione emergono di tanto in tanto dei dubbi. Gli impianti di ventilazione nel frattempo garantiscono aria fresca di continuo agli ambienti interni ed evitano la formazione di muffe. Entrambi questi aspetti sono molto importanti per la salute.

Indipendentemente se si tratti di un edificio Minergie o convenzionale con un sistema di ventilazione, per quanto riguarda i virus Corona valgono i seguenti quattro principi:

1. Il rischio di un’infezione da goccioline dovuta a una piccola distanza (tipica in caso di ambiente familiare) non ha pressochè relazione con l’umidità dell’aria interna e il grado di ricambio d’aria interno. Allo stesso tempo il Coronavirus può essere trasmesso via contatti diretti (mani, maniglie delle porte, manopole di rubinetti, ecc.). Una pura trasmissione attraverso l’aria non è stata finora dimostrata (1, 3). Di conseguenza le misure igieniche di gran lunga più efficaci sono quelle comunicate dall’Ufficio federale della sanità pubblica UFSP, quali lavarsi le mani, mantenere le distanze, ecc. Questo indipendentemente se vi troviate all’esterno o all’interno, risp. in un edificio ventilato tramite le finestre o con un sistema meccanico (2). 

2. Non vi sono prove scientifiche di una eventuale minor o maggior diffusione del Coronavirus o altri patogeni in edifici ventilati meccanicamente, rispetto a case con una ventilazione manuale. 

a) La propagazione dei virus tramite i canali di ventilazione è poco probabile e non è mai stato dimostrato un contagio da Coronavirus tramite particelle trasportate con l’aria (1, 3).   

b) In ogni edificio, in funzione dei rapporti di pressione e delle installazioni tecniche, avviene uno scambio di aria tra unità abitative o d’utilizzo. Non è quindi completamente da escludere che dei virus si propaghino dall’aria aspirata a quella immessa, qualora vi fossero considerevoli infiltrazioni di aria d’aspirazione in quella d’immissione (p.es. impianti di ricircolo, recuperatori di calore rotativi con rapporti di pressione sfavorevoli, ecc.). Di conseguenza l’Associazione professionale europea REHVA, in presenza di queste funzioni / parti d’impianto, consiglia lo spegnimento temporaneo (3).

c) Il rischio di una trasmissione attraverso l’aria esterna (ventilazione meccanica o ventilazione tramite le finestre) è estremamente basso. Tale rischio è ulteriormente ridotto dagli odierni convenzionali livelli di filtrazione (F7 risp. ISO ePM1 50%), che offrono una protezione sufficiente. Non si consiglia pertanto nè di inserire livelli di filtrazione superiori, nè di sostituire i filtri con una maggior frequenza (3).

d) Esistono inoltre diversi studi a livello scientifico, che dimostrano come la qualità dell’aria in edifici ventilati manualmente non raggiunga in larga misura i requisiti igienici internazionali ripresi p.es. dall’UFSP o dalla SIA. È dimostrato infine che i filtri della ventilazione meccanica aiutano a ridurre il rischio di raffreddore da fieno. In questo modo le mucose vengono meno irritate e di conseguenza si riduce il rischio di infezione da virus. L’apporto continuo di aria fresca inoltre fa si che la concentrazione di sostanze già presenti negli ambienti interni (quindi anche i virus) venga mantenuta bassa.

3. Non sono dimostrabili le affermazioni riguardo al fatto che la ventilazione “rimescoli” maggiormente i virus. La circolazione naturale dell’aria, in particolare in appartamenti, è considerevolmente più forte dell’effetto del flusso d’aria di un sistema di ventilazione.

4. Un’umidità relativa dell’aria interna tra il 30% e il 50% è ottimale per l’uomo (3, 5). Un’umidità troppo bassa dell’aria ambiente secca maggiormente la pelle e le mucose di occhi, naso e gola, arrecando fastidio, indipendentemente dalle discussioni attorno al Coronavirus. Un’umidità dell’aria troppo elevata aumenta il rischio di formazione di muffe (4). Per evitare un’aria interna troppo secca durante le giornate fredde, Minergie consiglia quindi le seguenti misure:

a) Non riscaldare oltre il necessario. Una temperatura dei locali interni di 20-21°C è ideale. Riducendo la temperatura di un locale troppo caldo da 24°C a 21°C, l’umidità relativa p.es. sale dal 29% al 35%. Le attuali temperature esterne stagionali in salita generano in tal senso un effetto positivo.

b) Riduzione delle portate d’aria, senza che la qualità di quest’ultima scenda a un livello insufficiente dal profilo igienico. Quale regola del pollice vale: in caso di assenza o bassa presenza di persone, la ventilazione va ridotta al livello più basso, ma non spenta. L’apertura delle porte interne, in caso di una normale occupazione dell’appartamento e bassi ricambi d’aria, contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria interna nel suo insieme. In commercio sono disponibili apparecchi di misura per la valutazione della qualità dell’aria interna – secondo la SIA, la concentrazione di CO2 non dovrebbe superare il valore di 1'400 ppm. La CO2 è un’unità di misura affidabile per valutare globalmente la qualità dell’aria. Un’ulteriore ventilazione tramite le finestre è da ridurre al minimo, perché l’aria fredda esterna secca ulteriormente l’aria ambiente.

c) Apporto di umidità, qualora necessario: ulteriore umidità può essere apportata anche tramite delle piante. In tal senso p.es. la pianta di papiro ha un’elevata prestazione d’evaporazione. L’impiego di moderni apparecchi con possibilità di recupero dell’umidità (cosiddetti scambiatori entalpici, vedere anche principio 2 o – soprattutto in edifici amministrativi – l’umidificazione attiva puntuale dell’aria con umidificatori può entrare in considerazione, quando le precendenti citate misure non danno il risultato sperato. Nel caso degli umidificatori, va prestata fin da subito grande attenzione all’igiene durante la fase d’esercizio, siccome apparecchi con una scarsa manutenzione possono diventare loro stessi propagatori di batteri (5).

Fonti:

(1) Sito web della WHO con domande / risposte sul COVID-19 (in francese): 
https://www.who.int/fr/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/advice-for-public/q-a-coronaviruses

(2) Sito web dell’UFSP sul nuovo Coronavirus: 
https://www.bag.admin.ch/bag/it/home/krankheiten/ausbrueche-epidemien-pandemien/aktuelle-ausbrueche-epidemien/novel-cov/so-schuetzen-wir-uns.html

(3) Covid Guidance Document , REHVA, versione del 17 marzo 2020 (in inglese): https://www.rehva.eu/fileadmin/user_upload/REHVA_covid_guidance_document_2020-03-17_final2.pdf

(4) Sito web dell’UFSP su umidità e muffe:
https://www.bag.admin.ch/bag/it/home/gesund-leben/umwelt-und-gesundheit/wohngifte/gesundes-wohnen/feuchtigkeitsprobleme-und-schimmel.html

(5) Articolo della SRF sul clima interno con indicazione delle fonti, 2017 (in tedesco): https://www.srf.ch/news/panorama/der-hype-ums-perfekte-raumklima

In caso di domande, la infoline di Minergie a Basilea, Sion e Bellinzona è volentieri a vostra disposizione.

Vi auguriamo tanta salute e, malgrado la necessaria distanza, molta vicinanza a livello umano.

Milton Generelli
Direttore Agenzia Minergie Svizzera italiana
091 290 88 12